Dentifricio al carbone attivo… una novità?
L’utilizzo del carbone attivo in addizione alla pasta dentifricia è un’idea molto antica: per secoli molte ricette di paste per denti descrivono il carbone attivo tra gli ingradienti igienizzanti.
I primi a farne menzione son proprio gli antichi Romani nel I secolo D.C.
Ancora oggi la polvere di carbone attivato ,assoluta o addizionata ad altre sostanze naturali risulta piuttosto diffusa in società tradizionali come alternativa ai comuni dentifrici.
Ma cosa è il carbone attivo?
Il carbone attivo o “attivato” non è altro che un composto derivato dall’esposizione gassosa ,ad alte temperature, di strutture organiche con alto contenuto di carbonio, come cortecce, legni duri, torba o gusci di cocco.
Per questa ragione la denominazione più comune dei dentifrici di carbone attivato è Charcoal Toothpaste.. spesso seguito o preceduto dal nome dlla pianta da cui deriva come appunto Bamboo , Coconut o G Tree etc…

Che caratteristiche ha il carbone attivo?
La combustione lenta in presenza di gas determina l’attivazione del carbone.
Il risultato è un composto altamente reattivo, sia a livello fisico, sia a livello chimico.
Il Carbone Attivo si presenta dunque in particolati (granulati spesso fini come polveri) altamente microporosi, che possiedono pertanto superfici di interazione elevatissime.
Basti pensare che un cucchiaio da tè di polvere di CA presenta una superficie di interfaccia più estesa di un campo da calcio!
Questa ampia superficie presenta inoltre dei terminali carbonio altamente reattivi in grado di legare chimicamente (dunque in maniera piuttosto stabile) moltissime molecole organiche …. di fatto “assorbendole”.
Tali caratteristiche hanno reso nei secoli passati ( ma spesso è usato ancora oggi) il CA una delle sostanze di prima scelta da somministrare come antidoto in caso di avvelenamenti da ingestione.
Il carbone attivo è stato ultimamente studiato ed utilizzato moltissimo in impianti industriali di depurazione di acque da inquinanti e coloranti industriali; questo ha permesso di chiarire ancor meglio la modalità in cui questa sostanza capta gli elementi nocivi.
L’assunzione per via orale di ragionevoli quantità di CA sembra avere pochissimi effetti collaterali o fenomeni avversi; viene pertanto considerato in medicina un farmaco molto sicuro.

Ha veramente proprietà sbiancanti sui denti?
Arriviamo quindi alla domanda cruciale … ma funziona? Sbianca?
Abbiamo cercato in letteratura e sembra non siano stati effettuati studi realmente validi ed indipendenti a riguardo…
Abbiamo allora deciso di sperimentarlo in prima persona:due volontarie del nostro staff l’hanno usato per 5 settimane (una confezione ,lavando 3 volte al giorno con spazzolino elettrico per 2 minuti).
Ed in effetti il risultato ha pienamente soddisfatto le due professioniste (un’igienista ed
un’infermiera diplomata) :


Il colore dei denti cambia lentamente nel corso di 2-3 settimane : dopo un mese la differenza (con foto a parametri standardizzati) appare evidente soprattutto per le porzioni interprossimali dei i denti. Il carbone attivato sembra in effetti fare proprio ciò che ci aspettiamo : non porta i denti ad un colore più chiaro ,come fa uno sbiancamento professionale con perossidi, ma riesce efficacemente a rimuovere in profondità le pigmentazioni che hanno aggredito i denti nel tempo…. “hai la sensazione di riscoprire i tuoi denti di quando avevi 16 anni” dice A.
Ovviamente si tratta di un dato privo di valore scientifico dato che non vengono considerati una serie di fattori di esclusione quali
- probabile migliore spazzolamento indotto dall’entusiasmo per un nuovo prodotto
- risultato se il risultato sia stabile nel tempo
- soprattutto : manca una analisi cromometrica standardizzata ed oggettiva su diversi tipi di smalto
- il test è stato effettuato a distanza di alcuni mesi dall’igiene periodica e dunque non sappiamo quale sia il suo effetto a ridosso della stessa
Ciononostante le nostre testers sono assolutamente soddisfatte e convinte : secondo il loro giudizio funziona e dunque continuano ad usarlo!
Ora la domanda più importante: il dentifricio al carbone attivo crea danni?
L’uomo utilizza il Carbone attivato da secoli: viene ingerito o applicato localmente come coadiuvante in molti trattamenti sanitari ,senza presentare particolari effetti collaterali.
I centri antiveleni di tutto il mondo lo utilizzano da decenni ,soprattutto nei casi aspecifici dove non sia possibile una diagnosi certa ed una terapia evacuativa immediata.

Tuttavia l’uso del carbone attivato nella pasta dentifricia è tutt’oggi oggetto di studio:
in letteratura son state enfatizzate le sue proprietà antibatteriche , antifungine, antivirali e soprattutto sbiancanti.
Un elemento importante da tenere in considerazione è certamente la scelta del prodotto specifico:un dentifricio al CA non può essere un semplice dentifricio a cui è stato aggiunto del Carbone attivato. Infatti il carbone attivato , con le sue proprietà captative, potrebbe inattivare le molecole attive nel dentifricio (composti a base di fluoro o triclosan) ed esserne a sua volta inattivato.
Scegliete dunque una formulazione ben testata.
Diversi studi escludono la possibilità di lesione dei tessuti duri e molli anche in caso di utilizzo prolungato tuttavia nessuno di questi sembra offrire ancora dati risolutivi.
La polvere di CA non sembra in grado di abradere lo smalto.
Un ampio review dell’American Dental Association suggerisce dunque cautela: sebbene non si siano evidenziati disturbi a seguito del suo uso costante ,sono ancora necessari studi più approfonditi per poter affermare che il suo uso continuativo sia assolutamente “safe”.
Nel nostra pratica clinica ci limitiamo a consigliare
- di farne un uso continuativo per massimo 30 giorni ogni semestre
- possibilmente associarlo ad una igiene professionale periodica ed eventualmente ad uno sbiancamento professionale in qualità di trattamento di mantenimento
Un proverbio usato proprio dagli antichi Romani dice infatti…. “in medio stat virtus”.